Nonostante siano stati fatti grandi passi avanti per quanto riguarda gli screening preventivi, il tumore al seno colpisce circa una donna su otto. Solo nel 2021, sono state confermate più di 50.000 nuove diagnosi solo in Italia. La sopravvivenza resta alta, ma molte di queste donne vanno incontro a rimozione parziale o totale del seno. Si tratta non solo di una cicatrice del corpo, ma anche dell’anima, che spesso è difficile da rimarginare.
L’intervento di ricostruzione deve essere effettuato con protesi anatomiche del seno che siano sicure e garantiscano l’assenza di problemi allergici o di dolore relativo allo sfregamento sui tessuti cicatrizzati. Le protesi anatomiche seno di ultima generazione, realizzate in silicone e secondo i più alti standard, non rappresentano soltanto un modo per donare una nuova forma armonica al corpo, ma anche per curare le ferite psicologiche. In questo ambito, esistono diverse iniziative benefiche a sostegno delle donne.
L’associazione Cuore di Donna
In Italia, la ricostruzione a seguito di una mastectomia è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ciononostante, manca ancora una efficace informazione diretta alle pazienti, volta ad orientarle nelle proprie scelte. Per colmare questo vuoto, e per dare anche un sostegno concreto, a Bergamo è attiva l’associazione Cuore di Donna, formata da un gruppo di ex-pazienti oncologiche che ha trovato la forza e la coesione necessaria per dar vita ad una serie di iniziative in tutto il territorio della Lombardia.
L’associazione è riuscita, infatti, nell’intento di distribuire una ingente quantità di fondi a diverse strutture ospedaliere. Cuore di Donna sostiene anche il BRA Day, un evento online organizzato dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva, nel corso del quale medici e chirurghi offrono interventi mirati a informare le pazienti sui diversi percorsi che possono intraprendere.
Solidarietà nel mondo
Le iniziative legate al benessere della donna e, in qualche modo, agli interventi al seno, sono diffuse in tutto il mondo. Ad esempio, la Breast Implant Safety Alliance (BISA) è un’associazione no-profit canadese che lavora come trait d’union tra medici, pazienti, legislatori, sistemi educativi e d’informazione, per promuovere una cultura più attenta ai bisogni delle pazienti che hanno subito una mastectomia.
In Inghilterra, è da tempo attiva un’associazione che regala protesi temporanee realizzate artigianalmente in morbida maglia di lana, per il benessere di quelle pazienti che non sono ancora pronte per un intervento ricostruttivo con vere protesi anatomiche per il seno.
Il mondo della solidarietà va anche oltre: chi si è sottoposto ad un intervento al seno (anche solo per ragioni estetiche) può donare i reggiseni, ormai non più utilizzabili per ragioni di misura, a Smalls for All, un’organizzazione che aiuta le donne in Africa e la cui indigenza non permette loro di acquistare biancheria.